LA SCUOLA DIVISA | DIDATTICA A DISTANZA
La scuola inizia a Settembre lezioni metà in classe e metà a casa , la formula che Lucia Azzolina (ministra dell' istruzione) propone, in questo Coronavirus che ancora non si decide a mollare la presa. La scuola a distanza, una cosa che non si era mai intrapresa e vista prima ,e dove le lezioni online possono in qualche modo spianare la strada al futuro, ma le insidie sono tante. Senz'altro la scuola per limitare gli assemblamenti e gli affollamenti di scolari e studenti in classe, che si è spezzata a metà , e quella metà che dovrà sopportare il peso di essere davanti ad un computer o un tablet per non rimanere troppo indietro nello studio, avranno più libertà in tutti i sensi, ma pure un modo di isolarsi in società, e di vedere le cose che non mettono a proprio agio da essere una pena in più per loro. Si daccordo avranno il modo di imparare, di farsi una ragione, di soccombere al futuro, ma come l' ha mettiamo con la vecchia scuola, lo stare seduti nei banchi, il sapore di quel luogo e la disciplina che fa crescere il comportamento, le idee, i progetti, e di quegli insegnanti che tengono l' occhio sempre puntato su di loro, da farli in definitiva crescere meglio, dopo la famiglia. Insomma se c' è bisogno di rinnovare la scuola, la sperimentazione della didattica a distanza non potrà essere una novità da aggrapparsi, un bisogno per ora, ma niente di più, la mia paura che anche facendo lieti pure gli insegnanti si vada su questa direzione , e che gli studenti pian piano non entreranno più in quell' aula che i nostri predecessori si sono arricchiti , e in qualche maniera la scuola si è sviluppata ed è arrivata fino a Noi. La scuola deve accogliere gli studenti in quei locali tirati a lucido, rivisitati, messi in condizione di essere agibili, nonché di insegnanti preparati al massimo e invogliarli di essere utili alla società, ma pure essere retribuiti per quello che dovranno diventare, diventare pilastro e sostegno per i giovani per indirizzarli nella retta via, se veramente gli vogliamo bene , ma pure di una scuola che non si può dividere a metà, o si rischia che non sia più credibile.
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