UN' ITALIA CHE LAVORA , CHE SI NOBILITA E CHE PRODURRE SIA IL LORO IDEALE DI SEMPRE
C'è un'Italia che non si arrende e con i loro lavori e professioni vogliono dare una mano a far risorgere il Bel Paese, dopo che la Pandemia gli può aver messo per mesi i bastoni fra le gambe da essere esclusi in tutti i sensi. Come non ricordarli quando le loro attività e le loro saracinesche erano chiuse forzatamente da sembrare degli zombie in cerca di una sistemazione definitiva, e come girarsi dall' altra parte quando i loro risparmi erano finiti o agli sgoccioli e patire le pene dell'inferno, c'è da domandarsi in quei momenti dove era lo stato, dove era quell' aiuto che certamente cercavano ? " A farsi friggere come tutto il resto ! " .Se allora erano scavalcati e messi in disparte per colpa del Coronavirus e dove si pensava solo ad esso, oggi che è quasi annientato il virus non cambia niente e nuovamente sono messi in sordina come se fossero il male di tutti i tempi da non essere considerati. L' Italia deve ricominciare a vivere e chi meglio di loro lo possa fare, dove non ci saranno sostituti e copie da rimpiazzarli specialmente in questi tempi "di vacche magre " e dove l' economia peggiora sempre e fra un po' la disoccupazione avrà battuto un' altro record da non essere orgogliosi di questo. C'è un esercito di professionisti, di teste, di idee, di produttività che si mettono in gioco, e lo fanno non tanto per il proprio tornaconto ,ma per dare lustro e risalto e ossigeno ad un' Italia in difficoltà e aiutandola che tutto diventa magico, ma pure loro possono fare dei flop se in definitiva non si fanno emergere come dovuto. Si perché far chiudere un'attività, esporla a regole ferree e restrizioni danneggia tale attività e che in definitiva può essere ancora la Pandemia nel dettare le condizioni, anche se non si crede che sia sconfitta e dove il governo ne è ancora schiavo e non sa più come poter andare avanti , insomma l' incubo Coronavirus non morirà tanto presto ! In alcuni casi molte attività ne risentono più di altre, nella ristorazione, fra cuochi e Chef, camerieri e cassieri di trattorie è crisi vera e propria, non hanno più clienti e costretti alla rovina (ma ci sono pure i bar che si trovano nella stessa situazione) è assurdo che possono cambiare lavoro o reinventarsi una professione che vada di pari passo coi i tempi che corrono dopo che non hanno i soldi per ripartire. La situazione degenera quando lo Stato non gli da neppure un centesimo, ma pure non vede che quelle chiusure ,gente alla fame e disperata sia pure un fattore dove lo Stato si tira la zappa sui piedi e che non ci sarà ricrescita e sviluppo se non riapre gli occhi presto , e di quelle professioni diventano il fondamento da attingere per risollevarsi . La priorità del momento : " salvare il salvabile ed essere intenzionati ad investire sulle imprese, aziende grandi e piccole e dove c'è qualità e professionalità " se non altro per non ritrovarsi niente in mano e di una produttività in declino e dove il PIL farà una caduta da non rialzarsi più che potrà fare eco per anni. Tutto ruota alle innumerevoli professionalità che abbiamo e non dandoli ossigeno, sostentamento necessario, un' applauso di incoraggiamento anche se può servire a poco ,loro si sentono esclusi , ma che almeno ci sia un qualcosa che gli possa gratificare e dare loro spazio più del necessario da acconsentirli di essere partecipi e risolvere i problemi, dopo che lo Stato non lo fa , e rinnega pure chi lo può salvare che senza ombra di dubbio sono loro.
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